Il paese


E’ formato da una quindicina di borghi, caratterizzati da polimorfia toponimica, cioè una parte con denominazione slovena, una parte con denominazione friulana, altri con denominazione mista slovena-friulana. Sloveni: Useunt, Coceano, Patochis, Leschiar, Moricj. Friulani: Vilìn, Schiapìn, Scredelìn, Treppi, Guarda (friulano o germanico), Chiaròn (incerto, forse prelatino), Frizòt, Matiùz. Misto: Zatrepi. Notevole è la distanza dall’inizio del paese al borgo di Useunt (5-7 km), che pertanto è la frazione più estesa di Tarcento. La toponomastica sul versante a occidente è prevalentemente friulana, a oriente e sulla Bernadia è slovena.
Un tempo le case avevano il tetto di paglia, con una stanza cucina a piano terra, il pavimento di terra e il soffitto di “grisiolis” in modo da lasciar traspirare il fumo, dato che non c’era camino. Al piano di sopra c’era il granaio. Caratteristica di Sedilis era il “petâr”, un locale separato dalla stalla che serviva da dormitorio (fino al XVIII secolo le stalle e i fienili raccoglievano i giacigli per la notte). Le case erano dotate di “cjavedâl”, per riscaldarsi e cucinare.
Pastorizia e coltivazione delle castagne, poi delle ciliegie e quindi vigneti formavano la economia del paese, un tempo povera e strappata con terrazzamenti sulle falde della Bernadia. Scarsissimi i prodotti, data la poca disponibilità di terra coltivabile. Unico traffico, oltre le castagne, la legna e il carbone che veniva portato fino a Udine. Un tempo, durante l’inverno, le coltivazioni diventavano impraticabili, per neve e ghiaccio, così da costringere la gente a scendere in piano a cercare qualcosa da mangiare.
Verso il ‘300 Sedilis diventa feudo dei Frangipane, fino alla fine del XVIII secolo: viene ricordato come un periodo di barbarie e di tirannia su tutte le 10 “Ville Schiave” che componevano il “Vicariatus Sclaborum”, istituito dal Patriarca di Aquileia allo scopo di un migliore e preciso, cioè in lingua slovena, servizio religioso ai dieci paesi che lo componevano: Ciseriis, Zomeais, Stele e Malmaserie, Coja, Sammardenchia, Sedilis, Cesariis, Pradielis, Villanova, Lusevera, quando la “Lega santa” delle 10 “Ville Schiave” si mosse contro i Frangipane liberando il paese dal giogo feudale. Staccatesi Villanova e Lusevera, rimasero le “Sette Ville Schiave”. Nel 1780 Sedilis contava 96 famiglie, mentre Sammardenchia 35, Stella 35, Ciseriis 25, Zomeais 12.